La storia del giornalismo italiano riflette l’evoluzione storica del Paese in cui è nato. Possiamo definire tre funzioni distinte:
Ognuna delle tre funzioni ha inglobato la precedente, senza mai esaurirsi del tutto. L’informazione oggi (2024) è la somma del ruolo formativo, partecipativo e commerciale che ha adottato nel tempo.
Se prima, però, le testate giornalistiche avevano il monopolio dei mezzi di produzione, nell’epoca attuale di Internet e Social Networks non è più così. Tutti possono produrre “informazione” con un cellulare o un pc a disposizione. E tutti possono pubblicare informazioni sui propri canali web. Se prima il giornalismo poteva assumersi la responsabilità di informare l’opinione pubblica e renderla partecipe vendendo un prodotto commerciale esclusivo, oggi soffre una grave crisi competitiva. Attivisti, influencer e blogger di ogni genere mettono in discussione l’informazione prodotta dai giornalisti, con il risultato che questi ultimi sempre più difficilmente riescono a far percepire la loro autorevolezza.
L’iscrizione a un Ordine professionale, oggi, non certifica più la qualità dell’informazione prodotta da un professionista. E la relativa tessera di appartenenza non garantisce più ****- al suo titolare - un ruolo storico/politico/culturale/sociale riconosciuto e rispettato. In un mondo dell’informazione sempre più capitalistico, il mercato si sta orientando verso l’intelligenza artificiale. Pertanto, il rischio di estinzione della professione giornalistica è una possibilità concreta se non verranno adottate misure preventive.
La ‘nuova’ funzione – futura (ma imminente) - del giornalismo dovrà quindi necessariamente distinguersi da quella di un qualsiasi attivista, influencer o blogger presente sul mercato. Un vero ‘professionista dell’informazione’ dovrà tutelare la propria professionalità certificando la qualità dell’attività giornalistica che svolge.